Rss Feed
  1. Fuori Carrara

    lunedì 31 ottobre 2011

    Stamattina mi sono svegliata contenta. Adesso non è che sono diventata triste, sono ancora contenta ma ho scoperto che non è vero. Non è vera quella cosa che dico sempre: che ci si abitua a tutto. Oggi, passando per l’ennesima volta davanti casa di nonna, ho capito che non mi abituerò mai all’ idea che qualcun altro vada a vivere in quella casa. Non sopporterò mai l’idea che qualcuno vada li, butti via tutte quelle cose che ho amato tanto, rifaccia quei meravigliosi pavimenti e chiami quella “casa mia” . Sono gelosa come una bambina ,il giorno di Natale, del suo giocattolo nuovo e, per quanto io mi stia impegnando, di mostrare maturità e contegno  proprio non mi riesce. Continuerò ad entrare in quel portone, sedermi su quelle scale, scendere giù nella vigna e fare tutto quello che mi pare e se a qualcuno dovesse venire in mente di chiedermi chi sono e che ci faccio lì..beh avrò almeno vent’anni di ricordi da raccontargli, e non sono famosa per essere una persona di poche parole.  Posso partire dalla posizione dei vasi dei fiori vent’anni fa e arrivare ad oggi, spiegando passo passo tutti i loro spostamenti e le differenti varietà di fiori che hanno accolto. Posso raccontargli di tutti gli animali che c’erano e dei loro nomi, di quando facevamo il bagno alle papere, di quando ho avuto Trilly  e poi Camilla e poi le intere giornate passate lì, i giochi con le sottane, la conserva di pomodori, le granite al limone e quell’ amore gigante che durava da una vita e che infondo non è ancora finito. Certe cose ti danno il diritto di sentire una cosa tua anche quando non lo è. Anche quando non lo è più. 





  2. Buon anno

    mercoledì 12 ottobre 2011

    È cominciato un altro anno. Gli anni cominciano a settembre, questa è una cosa appurata che già l’hanno detta un sacco di persone e quindi mo’ è inutile che la ripeto pure io. Questo dovrebbe essere l’ultimo anno di Università, se la Madonna mi assiste come ha fatto fino a mo’, e io sono da poco tornata ad Aversa. Quando andavo al liceo nessuno credeva che sarei andata all’ Università, perché mi hanno bocciato un sacco di volte (non è che prima ero stupida e mo’ sono intelligente, è solo che in quel periodo stavo indagando il mio IO e non mi potevo concedere distrazioni) e comunque nemmeno il mio cane se lo credeva però io ogni tanto ci pensavo e pensavo che mi andava bene qualsiasi posto però a Napoli non ci volevo andare. E adesso sto ad Aversa che fa provincia di Caserta e in realtà è la periferia di Napoli e sta tra Casal di Principe, Secondigliano , Casoria e tutto il resto appresso e ci sta un sacco di camorra. Tu però qua questa cosa non la puoi dire perché o ti dicono che non sanno di che stai parlando e che qua si vive benissimo o ti prendono a male parole.  A me mi hanno presa a male parole e mi hanno pure detto che non è vero e che qua si vive benissimo e allora papà mi ha detto che se non la finivo di andare in giro a dire queste cose mi prendeva a mazzate e dato che già mi avevano presa a male parole ho smesso di predicare l’onestà in lungo e largo. Però ad Aversa si vive bene. L’anno scorso quando Claudia è scesa a comprare la pizza ci stava un morto sparato sotto il palazzo, però poteva pure essere stata la ’ndrangheta mica era stata per forza la camorra! E comunque, a parte questa digressione sulla malavita organizzata, volevo dire che io che a Napoli proprio non ci volevo andare mo’ spero che l’anno prossimo mi laureo e non sto più ad Aversa ma vado almeno a Napoli. Quindi se il Professore domani mi fa un’ altra cazziata sulla serendipity mi metto a piangere, lo sputo in faccia e gli dico che non è che quando uno si impara le parole nuove le deve per forza dire a qualcuno.

    Con questo mi volevo fare da sola i miei auguri di Buon anno nuovo! Volevo augurarmi di stare sempre bene, fare tutti gli esami, non avere troppi votamenti di palle e imparare a portare ancora più pazienza.
    Poi se mi voglio augurare proprio tanta fortuna mi auguro di dimagrire qualche kilo e di avere tanti soldi. 
    Ma non è fondamentale.

  3. Il Ritorno

    mercoledì 5 ottobre 2011

    Ritornata a casa, la mia, mi trovo a fare i conti con me stessa e un po’ mi sento al sicuro e un po’ mi sento di fottere. Mi sono fatta trasportare dagli eventi, non ho ponderato le mie scelte nel partire e non l’ho fatto nel tornare. Come sempre.  Qualcuno mi ha chiesto di raccontargli di com’è la Tunisia, qualcun altro voleva sapere della mia esperienza in Marocco, altri ancora mi hanno detto che ho avuto un bel coraggio ad andare in Iraq e quindi non ho ancora raccontato a nessuno di quanto è, a modo suo, fantastico il posto in cui sono stata. “A modo suo” perché Istanbul è una città “a modo suo” che un po’ la puoi raccontare e un po’ no, perché è una sensazione e ci devi andare per capire.  

















    P.S. Stasera sono particolarmente malinconica, ultimamente la malinconia è il mio sentimento preferito.