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  1. C'è sempre un' alternativa

    mercoledì 28 settembre 2011

    Certe cose andrebbero dette prima. Bisognerebbe sempre lasciare all’altro la possibilità di scegliere: i tempi delle imposizioni dovrebbero essere finiti da un pezzo.

    Quand’ero piccola mia madre era di quelle che ti impongono un sacco di cose: dovevo mangiare tutto e non contava un cazzo se quello che stavo mangiando mi faceva schifo, lo dovevo mangiare e basta,  e le uniche cose che mi ha gentilmente evitato sono la polpa di granchio e l’agnello solo perché facevano schifo anche a lei. E dovevo essere gentile con i bambini che venivano a casa nostra, anche se erano di quelli a cui avrei volentieri sfondato in testa il camper di Barbie. Poi sceglieva lei i miei vestiti, sempre. A me da piccola non è mai nemmeno venuto in mente di obiettare sull’ennesimo paio di polacchine che mi stava comprando.
    E adesso che sono diventata  grande e posso scegliere da sola i miei vestiti, anche se lei mi ripete molto spesso e con altri termini che il mio è un inarrestabile declino, posso scegliere con chi stare, chi invitare a casa mia, a chi dire parolacce e cosa studiare e un altro sacco di cose importanti, arriva una stronza qualsiasi al Mc Donald e non mi dice che non ci sono i biscotti da mettere sul Sundae. Non puoi farmi ordinare un Sundae e dirmi solo dopo averlo fatto che non ci sono i biscotti. Mi togli la mia possibilità di scelta, la mia alternativa.  E no, non c’entra niente che io sia partita alla volta della fantastica Istanbul e abbia scoperto solo qui che i corsi che avrei dovuto seguire in inglese sono stati eliminati e la mia unica ed esilarante possibilità è seguire dei corsi in turco.


    No davvero, sono proprio incazzata per il Sundae di oggi pomeriggio. 


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