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  1. img_01ioetesenzapiùte.jpg

    domenica 5 ottobre 2014

    Vorrei fare un collage, tutte le nostre foto con te tagliata via. Tagliata come si taglia via qualcuno dalle foto profilo dei social, così grossolanamente. Un taglio netto, che se resta una ciocca di capelli o un orecchio nella tua metà non te ne frega un cazzo. Sarebbe liberatorio, doloroso e autolesionista si, ma pure liberatorio. Un collage degno del peggior decoupage, con le pieghe e la colla che esce dai bordi. Vorrei avere la sensibilità delle signore che decorano il comodino con i ritagli di giornale: nessuna. Ma dicono che non sarei capace. Deformazione professionale: starei lì a photoshopparti con cura, sostituirei i pixel mancanti, scalerei in base al contenuto. Pochi punti di ancoraggio, curve perfette. Sembrerebbe che non ci sei mai stata, sarebbe perfetto. ah. 
    Però è vero che non sarei capace. Deformazione del cuore: quella strana malattia che mi impedisce di parlarti ma mi fa stampare le nostre foto, venire voglia di scrivere, rileggere vecchi biglietti, sperare il meglio per te. Il meglio, qualunque sia il tuo meglio. Tu no, tu continui nella tua ottusità. Continui a pensare di poter stare in qualche modo dalla parte della ragione, a vestirti ogni mattina della tua prepotenza, a riempirti la bocca di parole che non hai mai saputo cosa significano. 

    img_01ioetesenzapiùte.jpg



    No però, tranquilli lettori immaginari, mi sento bene e se ho deciso di scrivere dopo tutto questo tempo e con una sola mano, l'altra è sepolta sotto strati di garza e gesso, è perché ho un raffreddore allucinante e non mi arriva abbastanza ossigeno al cervello. E perché  sto cercando di superare indenne l'adolescenza. 
    L'italiano mi perdoni. 


  2. È arrivata la primavera e ho quasi paura a dirlo. Mi sono affacciata dalla mia verandina polverosa e guardando i tetti di Aversa Nord  ho pensato “è arrivata la primavera”. Poi è passata una nuvola a fare ombra e ho immaginato che “oggi è buon tempo” fosse più corretto . Oggi è buon tempo e mia madre non mi ha chiamata per chiedermi com’è il tempo qui. Lo fa tutti i giorni, tutte le mattine di questo gelido inverno mi ha chiamata per chiedermi “com’è il tempo da te?”. Da me è Aversa e il tempo è sempre brutto.  Da me sono solo 90 chilometri di distanza da lei e il tempo è sempre uguale al suo ma dopo un paio di polemiche geografico esistenziali ho deciso di mentire: ho inventato ogni giorno un meteo diverso, mentre ero a letto, con le persiane ancora giù, le ho raccontato di piogge scroscianti e giornate di solleone, di giorni miti e freddi polari. Lei lo sapeva che ero a letto con le persiane ancora abbassate e le briciole dei biscotti tra i capelli ma l’importante era che le rispondessi qualcosa, qualunque cosa.  E adesso che è arrivato il buon tempo (primavera no, solo buon tempo) lei non mi chiamerà più,perché sulle belle giornate non c’è mai niente da dire. È nel tempo vuoto della sua telefonata che mi sono accorta di tutte le cose che sarebbero dovute cambiare e sono invece rimaste le stesse, di quanto avrebbe potuto essere diverso quest’ inverno e di quanto avrei dovuto imparare e cambiare e smetterla. 

    Ma ad essere cambiati, per ora, sono solo i vestiti nel mio armadio. 

    Che, tra l’altro, mi vanno sempre più stretti. 



  3. Carnevale non è una cosa importante.

    giovedì 23 febbraio 2012



    Io non è che volevo chissà che, io volevo solo che qualcuno si vestisse da qualcosa che si abbinasse a me. Io mi sarei vestita anche da Orso Yoghi se qualcuno si fosse vestito da Bubu. Io volevo solo non avere la sensazione di essere sola.
    E invece mi sono vestita da bambola di porcellana, chepoinonsicapivanemmenodatocheavevosololafacciatruccataperchéchemivestivoafaredasola,
    e anche se in questa foto sorrido in realtà ero una bambola molto triste.
    Per l’ennesima volta. Ma non fa niente, perchè carnevale non è una cosa importante.



















  4. I baci

    domenica 15 gennaio 2012

    Stavo pensando a questo fatto dei baci con la lingua, che quando uno si innamora si bacia sempre e sta pure in piedi a baciarsi per un sacco di tempo e ci ha sempre le labbra un po' viola, soprattutto se lui ha la barba, e ci si bacia sempre pure davanti alle persone estranee. Poi quando passa un po' di tempo, pure se si è sempre innamorati, ci si bacia un po' di meno e si danno sempre i baci a stampo, che sono più veloci e non ci si bava e pure se è mattina presto e ci si è appena svegliati si possono dare lo stesso..trattenendo il fiato. Quando passa il tempo e si sta spesso insieme e si fanno un sacco di cose insieme e all' altro lo tieni sempre davanti agli occhi va a finire che non ci si bacia mai e quando ci si bacia si fa una cosa più veloce perchè dopo un po' che ti stai baciando ti prudono le gambe, ti si incricca il collo, ti vuoi sedere e tutte queste cose che ammazzano il romanticismo. 

    Io penso che i fidanzati dovrebbero sempre dare i baci romantici con la lingua, che a noi femmine ci piace un sacco essere baciate. 



  5. Cattiva pubblicità

    sabato 17 dicembre 2011

    Devo fare un attimo cattiva pubblicità. 
    È  proprio indispensabile che io faccia questa cosa? Si. 

    Diffidate da le conferenze, le mostre, i meeting, i workshop, gli eventi, le rassegne, i seminari (che altro non sono che conferenze a cui si sa che i partecipanti saranno dieci), gli incontri, i momenti di confronto, le presentazioni e qualunque altra cosa vi suoni simile a questa organizzate da uno dei vostri professori. Se il professore in questione è della sun, ha insegnato alla sun o conosce qualcuno che insegna alla sun: restate a casa.
    Nella migliore delle ipotesi vi sveglierete la mattina presto, cambierete almeno 4 mezzi di trasporto, pioverà (perché sicuramente quel giorno pioverà) e arriverete sul luogo del delitto con moltissimo ritardo ma... tranquilli, sarete comunque in fortissimo anticipo con l’inizio della fine. Vi sederete su una poltroncina scomoda e ascolterete tre idioti, più il vostro professore quattro, che non hanno ancora capito che il microfono si tiene vicino alla bocca, che se avessero un briciolo di amor proprio non avrebbero partecipato a quell’ evento, che voi non studiate architettura e che ci si aspetta che gli interventi abbiano un’ attinenza con la mostra e che questa abbia almeno lontanamente a che vedere col titolo. La mostra il 99% delle volte sarà una pedana 6x2 su cui ci sono quattro lavori dei vostri colleghi degli anni precedenti e se vi va bene tre schizzi del vostro professore.
    Nella peggiore delle ipotesi, invece, arriverà nella vostra casella di posta un invito per una mostra di oggetti di design ma... una volta li scoprirete che a quella bionda della moglie del professore è venuta la passione per la bigiotteria e si è messa a fare collanine e braccialetti in metacrilato. Molto interessate ed entusiaste saranno le amiche della moglie bionda che compreranno almeno una parure ciascuno. Se quello era il professore a cui pensavate di chiedere la tesi: vi converrà cambiare idea.
    A quel punto vi sentirete autorizzati a scrivere sia professore che sun con la minuscola, a preferire di scappare da H&M e a mangiare tre sfogliatelle consecutivamente. 



  6. Fuori Carrara

    lunedì 31 ottobre 2011

    Stamattina mi sono svegliata contenta. Adesso non è che sono diventata triste, sono ancora contenta ma ho scoperto che non è vero. Non è vera quella cosa che dico sempre: che ci si abitua a tutto. Oggi, passando per l’ennesima volta davanti casa di nonna, ho capito che non mi abituerò mai all’ idea che qualcun altro vada a vivere in quella casa. Non sopporterò mai l’idea che qualcuno vada li, butti via tutte quelle cose che ho amato tanto, rifaccia quei meravigliosi pavimenti e chiami quella “casa mia” . Sono gelosa come una bambina ,il giorno di Natale, del suo giocattolo nuovo e, per quanto io mi stia impegnando, di mostrare maturità e contegno  proprio non mi riesce. Continuerò ad entrare in quel portone, sedermi su quelle scale, scendere giù nella vigna e fare tutto quello che mi pare e se a qualcuno dovesse venire in mente di chiedermi chi sono e che ci faccio lì..beh avrò almeno vent’anni di ricordi da raccontargli, e non sono famosa per essere una persona di poche parole.  Posso partire dalla posizione dei vasi dei fiori vent’anni fa e arrivare ad oggi, spiegando passo passo tutti i loro spostamenti e le differenti varietà di fiori che hanno accolto. Posso raccontargli di tutti gli animali che c’erano e dei loro nomi, di quando facevamo il bagno alle papere, di quando ho avuto Trilly  e poi Camilla e poi le intere giornate passate lì, i giochi con le sottane, la conserva di pomodori, le granite al limone e quell’ amore gigante che durava da una vita e che infondo non è ancora finito. Certe cose ti danno il diritto di sentire una cosa tua anche quando non lo è. Anche quando non lo è più. 





  7. Buon anno

    mercoledì 12 ottobre 2011

    È cominciato un altro anno. Gli anni cominciano a settembre, questa è una cosa appurata che già l’hanno detta un sacco di persone e quindi mo’ è inutile che la ripeto pure io. Questo dovrebbe essere l’ultimo anno di Università, se la Madonna mi assiste come ha fatto fino a mo’, e io sono da poco tornata ad Aversa. Quando andavo al liceo nessuno credeva che sarei andata all’ Università, perché mi hanno bocciato un sacco di volte (non è che prima ero stupida e mo’ sono intelligente, è solo che in quel periodo stavo indagando il mio IO e non mi potevo concedere distrazioni) e comunque nemmeno il mio cane se lo credeva però io ogni tanto ci pensavo e pensavo che mi andava bene qualsiasi posto però a Napoli non ci volevo andare. E adesso sto ad Aversa che fa provincia di Caserta e in realtà è la periferia di Napoli e sta tra Casal di Principe, Secondigliano , Casoria e tutto il resto appresso e ci sta un sacco di camorra. Tu però qua questa cosa non la puoi dire perché o ti dicono che non sanno di che stai parlando e che qua si vive benissimo o ti prendono a male parole.  A me mi hanno presa a male parole e mi hanno pure detto che non è vero e che qua si vive benissimo e allora papà mi ha detto che se non la finivo di andare in giro a dire queste cose mi prendeva a mazzate e dato che già mi avevano presa a male parole ho smesso di predicare l’onestà in lungo e largo. Però ad Aversa si vive bene. L’anno scorso quando Claudia è scesa a comprare la pizza ci stava un morto sparato sotto il palazzo, però poteva pure essere stata la ’ndrangheta mica era stata per forza la camorra! E comunque, a parte questa digressione sulla malavita organizzata, volevo dire che io che a Napoli proprio non ci volevo andare mo’ spero che l’anno prossimo mi laureo e non sto più ad Aversa ma vado almeno a Napoli. Quindi se il Professore domani mi fa un’ altra cazziata sulla serendipity mi metto a piangere, lo sputo in faccia e gli dico che non è che quando uno si impara le parole nuove le deve per forza dire a qualcuno.

    Con questo mi volevo fare da sola i miei auguri di Buon anno nuovo! Volevo augurarmi di stare sempre bene, fare tutti gli esami, non avere troppi votamenti di palle e imparare a portare ancora più pazienza.
    Poi se mi voglio augurare proprio tanta fortuna mi auguro di dimagrire qualche kilo e di avere tanti soldi. 
    Ma non è fondamentale.